Dopo l'escursione fatta nel territorio di Bognanco Fuori (Link), è la volta di un giro nella zona di Bognanco Dentro, visitando alcune delle varie frazioni presenti sul territorio; tra frazioni (quelle situate in posizione più "comode" e favorevole), che sono dei piacevoli villaggi con case ristrutturate dove si possono comunque ancora trovare segni (incisioni, architravi, affreschi...) che ricordano i
tempi passati, e altre frazioni, poste in luoghi meno favorevoli, dove l'abbandono è
pressoché totale e dove non rimane che cercare le tracce e i segni rimasti di un'epoca ormai lontana (le date incise più antiche ancora visibili,
risalgono alla fine del 1500).
Da Domodossola si segue la strada per la Val Bognanco fino alla frazione Fonti (parcheggio ad esempio di fronte all'ufficio turistico); con Fiorenzo saliamo al tornante della strada che prosegue verso San Lorenzo, da dove si continua verso il bell'Oratorio della Beata Vergine Annunziata e in seguito si risale alla strada asfaltata dove, scendendo per un breve tratto oltre l'Albergo
Croce Bianca, si trova l'inizio della mulattiera che sale alla frazione Boco.
Durante la salita, e poi tra le case di Boco e Bacinasco, si trovano le "opere" realizzate ed esposte nell'ambito del progetto "Bocodipinta" : Link.
(Le realizzazioni esposte naturalmente possono più o meno piacere a seconda dei gusti personali, ma alla fine il risultato è certamente apprezzabile, ed è piacevole girare tra le viuzze delle frazioni osservando i dipinti, le sculture e le opere dei numerosi artisti che si sono prestati per questo progetto).
Saliamo fino alla Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo da dove ritorniamo a valle lungo il percorso segnalato che porta presso il cimitero e poi scende alla frazione Camisanca, una visita tra le case del villaggio permette di
ammirare tra le altre cose il pozzo e la Casaforte costruita nel XVI secolo (chiamata anche la Polveriera perchè
durante la seconda guerra mondiale fu utilizzata come magazzino (santabarbara) da un reparto della guardia di frontiera di stanza a Bognanco).
A Camisanca una mulattiera scende a Fonti intersecando la strada asfaltata, continuando invece lungo il sentiero segnalato ad ovest del villaggio si scende alla stradina sterrata che conduce alla frazione San Martino dove si trova l'omonimo Oratorio; San Martino è risultato forse il luogo più interessante visto in questo giro... e vale la pena soffermarsi girando tra le costruzioni che sono in gran parte pericolanti (se si decide di entrarci è chiaro che lo si fa a proprio rischio e pericolo...).
Si notano i caratteristici ingressi del piano terra con le porte binarie ravvicinate (sempre abbastanza strette), e i massicci architravi e stipiti in sasso, il locale inferiore di queste costruzioni solitamente ospita la cantina dove si può ammirare la perizia con cui è stato costruito il soffitto a volta (la modalità costruttiva di questo tipo di ingresso è comune in tutta questa zona della Val Bognanco e lo si vedeva anche a Boco e a Bacinasco).
Tra le case della parte inferiore del villaggio si può vedere una baita con un affresco ancora in discrete condizioni, ma si nota anche che il suo inevitabile destino è ormai segnato...
Altri particolari interessanti sono le caratteristiche piccole finestre (foto 26 e 27) con una sorta di ripiano, dove magari ci si sedeva alla luce che entrava dall'esterno (o forse era solo un semplice tavolino...), e poi le "pareti" divisorie in legno (foto 25) costruite per ricavare delle stanze più piccole nei grandi locali di queste costruzioni, ora si può solamente cercare di immaginare come poteva essere la vita che si svolgeva un tempo in questi in queste frazioni...
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Ritornati sulla stradina si prosegue e poco dopo un rudere si trova sulla destra (cartello) la mulattiera che sale nel bosco raggiungendo Rambolone con la sua Torre che è stata costruita (probabilmente nel XV secolo) in posizione strategica
dominante la Val Bognanco; la costruzione, a pianta trapezoidale, era alta circa undici metri, si nota una caratteristica che è comune per
gran parte degli edifici visti in questo giro, cioè la notevole precisione e cura con cui sono realizzati gli "angoli" delle costruzioni... di fronte si trova una Cappella
realizzata però in epoca successiva.
La mulattiera prosegue la salita e raggiunge la frazione Pizzanco (dove arriva naturalmente anche una strada asfaltata che si stacca da quella che sale a San Lorenzo), a Pizzanco ero già stato altre volte, di passaggio per escursioni verso le cime della Val Bognanco, come il Montalto, la Cima del Rosso, lo Straciugo, la Cima d'Azoglio... e questa volta è l'occasione per una visita più completa (e con più calma) al piacevole villaggio.
Dal piccolo parcheggio all'inizio del paese, si vede in basso la Cappella di foto 51, davanti alla quale passava la mulattiera che
giungeva al paese prima della costruzione della strada, lo si capisce anche dal fatto che poco più avanti si trova la vecchia iscrizione sul muro col nome della frazione Pizzanco.
Da segnalare naturalmente le vecchie scuole "separate" per maschi e femmine (queste scuole si vedono anche in altre frazioni di Bognanco Dentro, come a Possetto e a San Lorenzo), e il bell'Oratorio di S. Uguccione; la giornata limpida permetteva anche di ammirare le cime innevate del Montalto, la Camughera, e la zona del Fornalino.
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Da Pizzanco seguiamo il percorso segnalato che dal paese scende e traversa il Rio omonimo su un ponticello e poi, dopo una baita solitaria, scendiamo verso Picciola; anche la frazione Picciola (come San Martino), è quasi completamente abbandonata e le baite sono in gran parte crollate, nonostante l'aspetto" massiccio" che fa pensare che possano resistere al passare del tempo, naturalmente avevano un punto debole, e cioè il tetto, e quando il tetto inizia cedere poi il resto viene di conseguenza...
La case appaiono abbandonate in tempi non molto remoti, da notizie raccolte in loco pare che qui abitasse qualcuno fino verso il 1980.
Anche a Picciola si notano le tipiche cantinette col soffitto a volta, e a fianco dell'abitato si trova la fontana realizzata nel 1921 grazie a un lascito di 300 lire (si vede anche il divieto di "intorbidare l'acqua dell'abbeveratoio"...),
poco più in basso nel prato si trova l'Oratorio dedicato a S. Antonio da Padova.
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