Tra le "scoperte" fatte parlando con la gente del posto, riguardo l'affascinante e impervio versante di fronte alle terme di Cadarese (vedi la pagina dei Casaletti, link), è certamente molto interessante quella della miniera di quarzo...
Da ricerche fatte successivamente, non si sono trovate altre informazioni a riguardo (almeno su internet), e non si sa quale sia il nome di questa miniera, mentre l'utilizzo del minerale estratto era per l'industria della ceramica...
La miniera è di dimensioni ragguardevoli, e il fatto che si si usassero i carrelli per il trasporto all'esterno del materiale (ce ne sono ancora alcuni ormai arrugginiti all'interno), ne conferma l'importanza; il luogo era anche relativamente "comodo" essendo vicino al fondovalle, nonostante l'accesso avvenisse lungo una stretta cengia dove è stato costruito un apposito "sentiero dei minatori".
Con Andrea partiamo dal parcheggio sullo spiazzo sterrato (divieto di sosta nelle ore notturne), di fronte alle terme di Cadarese e si segue la stradina che supera il Toce sul ponte, si prosegue a destra giungendo sul piano tra i prati; il riferimento è il grosso masso al limite del prato visibile in basso a sinistra nella foto 1, per arrivarci c'è un sentiero che traversa il prato (sentiero frequentato da chi va ad arrampicare sulla parete posta di fronte); sulla stessa immagine sono indicate le cenge.
Non si entra nel bosco, ma si traversa in piano cercando l'inizio della cengia dei minatori (l'inizio è nascosto dalla vegetazione); ci sono altre cenge, e se non si trova la scalinata iniziale, vuol dire che la cengia non è quella giusta...
Il percorso a tratti è esposto, e naturalmente occorre attenzione (da evitare se il terreno è bagnato), superato il tratto più stretto e "aereo" si entra nel bosco, continuando in salita si giunge alla zona della miniera; se si vuole entrare, naturalmente lo si fa a proprio rischio e pericolo... (le rocce poste sopra all'ingresso principale, e che in parte sono crollate, non ispirano molta fiducia...); nella zona superiore ci sono altri ingressi di questa miniera che un tempo doveva essere importante...
Continuando poi a traversare in salita si giunge presso il canale del Rio d'Autin che scende con una bella cascata; in zona ci sono altre gallerie e manufatti della teleferica che mandava a valle il materiale estratto; la foto 58 mostra il punto (segno di vernice rossa su un albero), dove si può salire per raggiungere la cengia superiore; il percorso da seguire (che richiede attenzione), non è molto evidente, si seguono più che altro le tracce di passaggio degli animali, e giunti nella zona della cengia superiore si trovano altri segni di vernice rossa che indicano il percorso di discesa.
Dove si trovano i segni di vernice rossa, se si sale sulla destra si trova un vecchio sentiero con scalini e muretti che porta ai vari pianori boscosi superiori (sempre molto belli questi ambienti con la roccia e la faggeta...); spostandosi verso nord sul primo pianoro superiore alla cengia di discesa, si trova una piccola cava dove ricavavano manufatti in sasso, che probabilmente venivano mandati a valle con una teleferica.
Scendendo lungo la cengia degli arrampicatori, in basso si trovano un buon sentiero e tratti costruiti, questa zona è frequentata dagli arrampicatori, Link : falesia di Cadarese; usciti dalla cengia si scende sul sentiero che riporta sui prati del fondovalle; in questa occasione abbiamo proseguito traversando su terreno "scomodo" per vedere l'uscita del canale del Rio d'Autin, che anche qui si presenta con una bella cascata...
Luglio 2018.
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